Cara amica ti scrivo per ringraziarti perché l’amicizia al femminile esiste e quando le donne fanno squadra, sono una forza.
Dietro questo progetto ci siamo noi: Mari e Rubi…due amiche per caso.
Aosta è una piccola cittadina e tutti si conoscono di vista.
Quando ho avuto la diagnosi, la prima persona che mi è venuta in mente è stata Mari perché sapevo che ci era passata.
Così mi sono permessa di scriverle e neanche a dirlo, mi ha subito accolta.
Ci siamo viste per una tisana e lei mi spiegava e mi rassicurava ma io lì per lì non accettavo le sue parole perché pensavo: ” con me si sono sbagliati, io non passerò tutto questo”.
E invece no, non si erano sbagliati.
Tutto quanto lei in modo pacato e premuroso mi aveva preannunciato, io purtroppo l’ho vissuto.
Ma lei c’era. Sempre. A ogni mio cedimento. A ogni mia paura.
Perché diciamocelo, spesso ai parenti non si raccontano tutti i momenti brutti, hanno già troppe preoccupazioni.
Con lei mi sentivo più libera di sfogare ed è stata il mio pungiball.
E’ nata così un’amicizia sana, senza invidie né preconcetti tra donne. Una amicizia rara che esiste e resiste per davvero.
A volte, quando ci si trova da grandi in alcuni momenti della vita poco fortunati, è come se ci si conoscesse da sempre.
Abbiamo le nostre famiglie, i nostri mariti, i nostri figli, ma sappiamo che per qualsiasi necessità, anche solo per un messaggino prima di una visita, un dubbio, una risata, CI SIAMO l’una per l’altra.
Queste siamo noi: siamo Mari e Rubi. Due amiche un po’ sgarrupate, un po’ acciaccate, un po’ matte e questo è il nostro piccolo grande progetto.
Ruby.