Un percorso oncologico ti sfinisce non solo fisicamente, ma anche mentalmente.
Spesso il dopo le cure viene sottovalutato e non gli viene data la giusta importanza.
Ma si sbagliano perché a fine terapie ci si trova come una nave senza ormeggi in mezzo alla tempesta.
Il senso di smarrimento e la paura soffocano lasciandoti senza fiato e piena di insicurezze.
Iniziano a parlarti di follow up, di visite ogni 6 mesi.
E tu sei lì e tremi, tremi di paura perché in quel momento ti accorgi di essere uscita da quella campana di vetro che ti proteggeva dalla malattia.
Hai paura, una paura folle e costante che tutto possa ritornare e ti senti abbandonata, persa, sola.
Sei anche felice ed euforica perché finalmente la parte più dura del percorso è finita, o almeno pensavi che quella fosse la parte più dura.
Bisognerebbe davvero pensare a un percorso di sostegno psicologico per tutte le donne che tornano alla libertà, un po’ come dopo una prigionia o una guerra perché la vita dopo a volte sa essere soffocante.
Il non sentirsi adatte, giuste, la stanchezza, la debolezza, gli sbalzi di umore, il non controllare le emozioni, i ricordi che a volte riaffiorano come spauracchi, i flash back, le parole sentite, sono tutte emozioni con le quali viviamo quotidianamente. Non è che solo perché riabbiamo i nostri capelli e fortunatamente le analisi e i controlli sono a posto, vuol dire che stiamo bene e siamo in perfetta forma!!!
La mente fatica a riprendersi.
Ci si sente incomprese, non volute, non gratificate nonostante i mille sforzi che facciamo per essere sempre sorridenti.
Tutti tornano giudicanti come prima e dimenticano.